Quel gran visual di ANDY WARHOL

   

  
Che l’oggetto e il luogo comune costituissero il campo d’azione di Warhol, era chiaro prima ancora che cominciasse la sua carriera di artista, la sua professione di vetrinista e grafico nei più noti grandi magazzini, newyorchesi, consisteva nel presentare in forma allettante dei prodotti di largo consumo. 

  

Massimo esponente della POP ART,  fondamentale precisare banalmente che Pop sta per Massa e non popolare, il termine permette così di individuare il bersaglio. 

Il nuovo soggetto diviene il paesaggio urbano, sorpassando accettazione eroica dei decenni passati, per diventare popolare e comune alle masse. 

  
Andy nasce nel 1928, tra il 1945-49 studia arte al Carnegie Institute of Technology, finiti gli studi si trasferisce a New York, dove inizia la sua carriera come vetrinista e grafico per Tiffany ,Vogue, Harper’s Bazaar, Glamour, disegnando anche scenografie. 

  
  

Nel 1952 tiene la sua prima personale, nel 1956 espone alcuni suoi disegni alla bodley gallery, meriterà interesse, la sua golden shoes, serigrafie di calzature che danno l’iniziazione, al suo intento di innalzare un oggetto comune allo status di oggetto artistico secondo i principi dell’arte commerciale, la Pop Art

  
  
  

Nel 1960  raggiunge l’apice della  sua vera e ispirata creatività visionaria. Soggetti prediletti nella pittura diverranno, 

  • Dick Tracy
  • Superman 
  • Le prime bottiglie di Coca-Cola 

  
  
   

   

Nel 1962 realizzerà  le sue icone di stile avvicinandosi alla serigrafia per non lasciarla più. Le sue immagini diventano comuni all’inizio portandole a divenire icone quotidiane 

  • Lattine 
  • Banconote
  • Minestra Campbell 

  

Per poi realizzare soggetti famosi, 

  • Marily
  • Elvis
  • L’ultima cena del Leonardo

  

  

  

  

  

E quanti ne volete … 

Il bello sta, che il visionario, paragona il comune al mito, il loro aspetto in comune secondo quel geniaccio dell’Andy è la banalizzazione della vita, dovuta alla ripetivita’ delle azioni e alle immagini di massa,che non sono l’oggetto o il personaggio, ma il suo simulacro. Visibilità all’oggetto e nel contempo visibilità della banalità. 

  

L’immagine dell’oggetto -ripetendo che per l’oggetto si intende la star dello stars system o della politica o dell’arte- in questa società |è|l’oggetto stesso. 

Importante sottolineare la nascita della sua Factory officina di lavoro collettivo dove si circanda dei suoi migliori artisti preferiti o allievi arruolati da lui stesso. 

    


  

Nasce così la sua consacrazione alla ready-Made di Duchamp, attraverso l’ironico e dissacrante ricorso alla produzione in serie di opere d’arte, usando tecniche fotoserigrafate con ritocchi pittorici. 

  

Maniacale e mai fermo, percorre la via cinematografica producendo lungometraggi, mai sazio della visione sul mondo della massa, produce Sleep,Empire, Happening multimediali, con cantanti rock e il gruppo dei Velvet Underground, dei quale produce il primo disco la copertina.   

  
  

Pubblica nel 1975 la filosofia di Andy Warhol, 

  

Tra le sue continue esposizioni nel 1980 diviene il produttore della Andy Warhol’s TV. 

  

Nel corso degli ultimi anni  produce incontinuazione senza abbandonare   mai la sua fotoserigrafia, si dedica alla rivisitazione di opere classiche risorgimentali, su tutti Leonardo Da Vinci .

  

Ipocondriaco in maniera ossessiva, vivendo a contatto con persone in continua tossicodipendenza da droghe, per ironia della sorte muore per una banale operazione chirurgica nel 1987 nella sua amata   New York.

Ok anche davanti alla morte, riesce a rendere la sua massima espressione della banalità, l’artista che vede il tutto con occhi superiori o forse ad apparenza superflui è il gran genio che guarda avanti …..

 Il re della Pop Art non smette mai di stupirci. Mascherandosi sotto una superficialità disarmante, Warhol ha in realtà predetto con la sua arte la società assatanata e cannibale della comunicazione e del consumismo nella quale oggi viviamo.

  

«Non pensare di fare arte, falla e basta. Lascia che siano gli altri a decidere se è buona o cattiva, se gli piace o gli faccia schifo. Intanto mentre gli altri sono lì a decidere tu fai ancora più arte».

             ANDY WARHOL 

Non vado mai a pezzi , perché non sono mai tutto intero. 

Autore: audreistile

La passione è vita L'artista è il creatore di cose belle,rivelare l'arte senza rivelare l'artista è il fine dell'arte, coloro che scorgono cattive intenzioni nelle belle cose, sono corrotti, senza essere interessati. Questo è un difetto. Oscar Wilde

2 pensieri riguardo “Quel gran visual di ANDY WARHOL”

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